lunedì 19 ottobre 2020

Review Party "L'uomo nell'ombra"

 Buondìì, cari lettori! Oggi è stata una giornata piuttosto impegnativa, anche se, essendo festa nella mia città, non sono andata al lavoro.
Sto cercando pian piano di ritrovare un mio ritmo, in modo tale da non terminare di leggere un libro all'ultimo minuto e di avere molto più tempo da dedicare alla stesura di una recensione. 
Con calma ce la farò! 
Ma intanto sono qui con voi a parlarvi di un libro che, purtroppo, non è riuscito a convincermi!




Cosa si cela dietro la porta scoperta da Alessandro all'interno dell'Università degli Studi di Foggia? Paranormale? Spionaggio? Toccherà ad Alessandro, ragazzo schivo e riservato, scoprire la realtà dei fatti. Ma la ricerca della verità, spesso, porta a risultati inaspettati.



★★

Alessandro è un ragazzo con una vita ordinaria: si è iscritto all’università e ha iniziato a frequentare Giurisprudenza, non tanto per volontà sua quanto per le speranze che il padre nutriva nei suoi confronti. Nonostante tutto, il suo ingresso in questo nuovo ambiente è stato positivo: i corsi sembravano interessanti e ha avuto la fortuna di conoscere Roberta, una ragazza che per lui diventerà molto più di un’amica.
Ma tutto inizia a cambiare quando si imbatte improvvisamente in una porta dalla maniglia arrugginita. Ha attirato la sua attenzione e non può far altro che domandarsi cosa si celi dietro di essa.
Ma qual è il confine tra sogno e realtà? E’ possibile che un sogno sembri così reale? Alessandro si rende conto che tutto ciò è frutto della sua mente. Strano, dato che di solito non ricorda ciò che sogna durante la notte.
Scoprirà solo in un secondo momento che quella porta, però, esiste realmente ed è proprio lì all’università di Foggia. Cosa si cela, dunque, dietro di essa? Qual è il ruolo di Alessandro in questo mistero così surreale?
Alessandro dovrà fare i conti con ciò che è reale e ciò che, al contrario, non lo è. La mente spesso gioca brutti scherzi e non è facile andare avanti senza un aiuto esterno.


Non è mai semplice parlare di un libro con cui non si è riusciti a entrare in sintonia. Fin dalle prime pagine di “L’uomo nell’ombra”, il libro d’esordio di Antonio Barbone, ho percepito una sorta di acerbità, come se mancassero dei tasselli per completare il puzzle.
Nonostante questo, ho deciso di proseguire con la lettura, fiduciosa di poter cambiare il mio parere andando avanti con le vicende. Purtroppo così non è stato e a lettura conclusa posso affermare con certezza che secondo me manca qualcosa.
Sono sempre dispiaciuta quando mi trovo a scrivere una recensione negativa: non voglio assolutamente svalutare il lavoro di un autore, il quale sono sicura che abbia lavorato duramente. Non sono nessuno per giudicare, ma sul mio blog voglio essere onesta con me stessa e con i miei lettori, quindi non scriverei mai qualche frase solo con l’intento di far contento qualcuno. Non sono fatta così. Ciò non toglie che la lettura sia soggettiva e quindi che, se non è piaciuto a me, non vuol dire che non piacerà a tantissimi altri lettori.
So che probabilmente non ha senso fare queste premesse, però voglio metterlo in chiaro fin da subito. Sono dell’idea che anche una recensione negativa, se il parere è espresso con rispetto, possa essere preziosa per il lavoro di uno scrittore.

Detto questo direi di passare alla recensione vera e propria. Come stavo dicendo, fin dalle prime pagine la storia mi è sembrata assai acerba
Dovete sapere che tendo sempre a prendere qualche appunto mentre leggo, in modo tale da mettere per iscritto qualche pensiero e non dimenticarmi pezzi importanti da aggiungere nella futura recensione. In questo caso ho dedicato qualche riga al primo capitolo, che mi è sembrato un insieme di pezzi scoordinati, un inizio abbastanza caotico e poco intrigante. Secondo me il lettore è stato quasi buttato dentro alla storia, quando sarebbe invece dovuto essere accompagnato, passo dopo passo, spiegazione dopo spiegazione.
Da lettrice avrei voluto una maggiore caratterizzazione di Alessandro e in generale dei personaggi. Avrei avuto il piacere di approfondire qualche altro aspetto della sua persona e della sua vita, oltre alla questione dell’università. A tal proposito, ammetto di aver apprezzato particolarmente questa parte. Probabilmente sono di parte, dal momento che sono io stessa una studentessa universitaria. E’ stato, però, coinvolgente essere trasportati all’interno della loro vita universitaria, tra lezioni, colloqui con i professori ed esami.

Un elemento centrale della narrazione è il dialogo. Purtroppo ho provato grande fastidio leggendo i dialoghi tra i vari personaggi. Soprattutto all’inizio essi sono pieni zeppi di modi di dire e, a lungo andare, li ho trovati davvero irritanti. Non ho assolutamente niente contro queste frasi fatte, sono la prima ad usarle, ma in particolar modo nelle prime pagine ne sono state inserite una miriade e ho avuto una sensazione di pesantezza. Sono dell’idea che sia importante trovare un equilibrio in ogni cosa.
In generale, poi, i dialoghi mi sono sembrati spesso forzati e, in quei casi, avrei preferito una maggiore descrizione di ciò che stava accadendo, senza ricorrere ad essi.

Sicuramente l’aspetto più interessante di questa storia è il mistero: la porta fin dall’inizio è in grado di suscitare il suo fascino, spingendo il lettore a porsi domande e nutrendo il desiderio di conoscere qualcosa in più. La trama man mano si complica e Alessandro dovrà fare i conti con il paranormale e l’esoterismo. Cosa rappresenta la porta? Cos’è il Libro Maledetto e soprattutto qual è il ruolo del protagonista in tutto questo? 


“Lo si leggeva negli occhi che cercava chiaramente di tenermi lontano da quel Libro. Io finalmente potevo risolvere l’annosa questione del Necronomicon e stavano cercando, per questo, di mettermi i bastoni tra le ruote!”


Si tratta di una lettura molto veloce, dal momento che conta poco più di un centinaio di pagine. Tuttavia secondo me ha faticato ad ingranare: soltanto nelle ultime pagine le vicende si fanno realmente interessanti, dapprima con la questione del libro maledetto e del ruolo di Alessandro, poi con le ultimissime pagine in cui la storia subisce un ribaltamento radicale. Impariamo a capire che spesso l’apparenza inganna e non tutto è ciò che sembra. Ho apprezzato tantissimo la piega che hanno preso le vicende, anche se ammetto che avrei forse voluto che fosse introdotta prima tale questione (che non vi svelerò). Personalmente credo che lo avrei trovato più avvincente, ma forse perché adoro l’alternanza di passato e presente, quindi sono sicura che mi sarei interessata maggiormente della trama se fossero stati presenti dei flashback che interrompevano il tempo presente.
Il fatto di aver dedicato pochissime pagine a questo ribaltamento ha fatto sì che il lettore non potesse realmente godersi la verità che è venuta a galla. Non ho quasi avuto il tempo di metabolizzare la questione.

In conclusione, si tratta di un thriller psicologico che si lascia leggere in tutta tranquillità, ma che purtroppo non è stato in grado di toccare le corde del mio sentire. Non nego che, nonostante qualche fastidio provato nel corso dei capitoli, sia stata una lettura piacevole con cui trascorrere qualche ora. Tuttavia non mi sono sentita di promuoverla, perché sono consapevole del fatto che vi siano stati troppi aspetti che non mi sono andati a genio. 



Anche per oggi è tutto!
Alla prossima! 

2 commenti:

  1. Devo ammettere che la presenza di questa porta mi incuriosisce molto. Il fatto che si trovi nei meandri di un'università italiana, poi, ancora di più-

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    1. Ciao! Sicuramente ha del potenziale, l'idea di base è interessante! :)

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