lunedì 4 gennaio 2021

Blog Tour "Un giorno tutto questo"


Buondìì, cari lettori, e buon anno nuovo! In questo periodo ho deciso di prendermi una pausa dal blog: come vi ho accennato, sto attraversando un momento difficile della mia vita e avevo bisogno di staccare la spina da tutto.
Oggi, però, torno per parlarvi di un libro che ho avuto il piacere di leggere per un evento... e prossimamente avrò tantissimi post da recuperare! 


L'estate, a Racitta, si è appena conclusa con tre grosse rapine e uno strano funerale. Due autentici rebus per il maresciallo Turi Di Dio, comandante della stazione dei Carabinieri, perennemente distratto da tutta una serie di questioni private dalle quali rifugge, dal suo matrimonio a due passi dal crollo e da un incubo oscuro che ogni notte lo strappa via al sonno. Si difende, Di Dio, confortato dal cibo, dalla grappa barrique, dal tabacco Virginia che si rolla da solo, dalla musica in cuffia quando il mondo urla troppo e dall'eterna amicizia di Johnny Romano e del capitano Morgante. Sullo sfondo c'è il mare, una bella canzone, quattro donne e un amore per ciascuna diverso, e un'estate ormai stanca che abdica all'autunno. Sarà il suo solito incubo a guidarlo verso la soluzione e, più di tutto, a insegnargli come a volte il passato sia un tempo che arretra solo avanzando, lento e strisciante, come la coda di una lucertola.

★★★★

Non è mai facile fare i conti con la propria interiorità e con le proprie fragilità. Leggere "Un giorno tutto questo" è stato come compiere un viaggio nella mia mente, lungo un percorso costellato da dolore e consapevolezza.

Il protagonista di questa storia nata dalla penna di Andrea Lerario è un maresciallo siciliano, Turi di Dio. Come mai, in una città assai tranquilla, tutt'a un tratto si verificano tre rapine in banca e un funerale insolito? Chi si cela dietro questi fatti?
Pagina dopo pagina il lettore viene accompagnato nella ricerca di dettagli e indizi che possano risolvere questi bizzarri eventi. 

Tuttavia questa storia va ben oltre i misteri e le indagini che apparentemente sembrano essere il cuore del libro. Tra le righe si celano dolore, lutto, difficoltà. Ed è proprio questo il motivo per cui non è stato facile per me arrivare all'ultima pagina. In questo mese ho dovuto provare a elaborare alcuni lutti che abbiamo avuto in famiglia. Ho ritrovato in Turi quella negazione che provo in prima persona. Quella difficoltà ad accettare quanto successo. La difficoltà a percorrere i viali del cimitero tenendo gli occhi alzati. Ma alla fine Turi ce la farà, riuscirà ad alzare lo sguardo e a fare i conti con un dolore che per lungo tempo lo ha soffocato. 


"Poi, com'è ovvio, c'è dolore e dolore. Il peggior mal di testa prima o poi se ne va, ma il mal di mancanza, quello, non se ne va mai. Ti s'insedia fin dentro e da dentro di erode."


Nonostante tutto, sono felice di essermi imbattuta in questo libro in questo preciso istante della mia vita. Sono sicuramente riuscita a cogliere aspetti che altrimenti - probabilmente - mi sarebbero sfuggiti. 

Sarò sincera: per quanto io apprezzi le storie incentrate sulle indagini, non è il genere di libri che solitamente scelgo di leggere. Ogni tanto, però, provo il bisogno di percorrere strade diverse e di variare un po' con le letture. Questo è il motivo per cui ho deciso d'istinto di partecipare a questo meraviglioso evento.

In linea di massima il mio giudizio è più che positivo. Ho avuto inizialmente qualche difficoltà di approccio alle parti scritte in siciliano... non è un dialetto che mastico, anzi! Sicuramente, però, è stata la scelta migliore per rendere ancora di più l'idea di Racitta, una città fittizia situata sulla costa e in cui la morte è di casa, dal momento che quasi tutti gli abitanti sono decisamente molto anziani. E' quasi impossibile che vi sia un anno in cui le pompe funebri non lavorino... ma è importante sottolineare il "quasi"! Inoltre è stato bello il fatto che l'autore guidi il lettore alla scoperta di bar, negozi e altri luoghi, tra cui proprio il cimitero. Tra vicende presenti, ricordi e sogni possiamo costruire, mattone dopo mattone, un'immagine di tale luogo.
Io ho visto in Racitta la dimensione dell'inconscio: essa non esiste realmente, ma è il frutto di desideri e speranze che l'autore nutre per la propria terra. La Sicilia che vorrebbe che fosse.
Mi è venuto naturale trovare un collegamento con l'inconscio per quanto riguarda l'astrattezza, oltre al fatto che - come abbiamo detto prima - la dimensione dell'interiorità è centrale, anche per quanto riguarda i sogni e gli incubi. 

In conclusione, consiglio questa lettura a tutti coloro che sono alla ricerca di un libro ricco di mistero e di azione, ma allo stesso tempo denso di emozioni e di sentimenti. Non ne rimarrete delusi!



Per oggi è tutto!
Alla prossima!

1 commento:

  1. Ciao Sara, buon anno!
    I misteri mi intrigano sempre, credo che come lettura si avvicini ai generi che prediligo 🙂
    Un caro saluto ♥

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