Pagine

mercoledì 7 ottobre 2020

Blog Tour "L'ascesa di Senlin"


Buondìì, cari lettori! Oggi sono qui con una nuova tappa per l'evento dedicato a "L'ascesa di Senlin", un libro di cui vi parlerò meglio domani con la mia recensione!





La mia tappa è dedicata alle citazioni che ho incontrato durante la lettura: ammetto che, a differenza di altri libri, non mi sono ritrovata a segnarmi una miriade di frasi. Tuttavia sono riuscita ad appuntarmene alcune che si sono rivelate dei veri e propri spunti di riflessione! Oggi, quindi, oltre alle citazioni condividerò con voi i miei pensieri a riguardo... e mi sono sentita particolarmente filosofica!


Ma bando alla ciance e partiamo con il post:


Le citazioni più belle



“Non riusciva a conciliare la sua idea della Torre con l’esperienza vissuta, un fatto che lo tormentava. Aveva ingannato i suoi studenti quando si era profuso nelle lodi della Torre: quello era poco ma sicuro. Avrebbe dovuto modificare le sue lezioni con l’arrivo dell’autunno, con il nuovo anno scolastico. Avrebbe lo stesso insegnato i progressi tecnologici della Torre e i suoi vaghi resoconti storici, ma non avrebbe più magnificato la sua reputazione.
Quando erano all’ombra della Torre, qualcosa cambiava nelle persone. Prosciugava la loro umanità. Aumentava l’ambizione. Non riusciva a immaginare perché qualcuno potesse ritornare al Salotto dopo esserne stato espulso. Perché farsi tormentare ancora? Non ne capiva la ragione.”


Inauguriamo il post con un passo dedicato alla Torre: come sapete tutti, essa è l'ambientazione del libro, il fulcro della storia. Senlin, purtroppo, vede sgretolarsi davanti a sé le proprie certezze. Tutto quello in cui credeva, tutto ciò che aveva insegnato ai suoi studenti si è rivelato essere falso. Ma questo significa non doverne più parlare? O basta semplicemente imparare ad essere oggettivi?
Spesso l'essere umano tende a enfatizzare una situazione, nel bene o nel male, anche tessendo lodi dove non servirebbero. 


A tal proposito vorrei ricollegare un'altra citazione:


“Infilati in mezzo ai vecchi libri mastri sugli scaffali del mio ufficio ci sono decine di dizionari fallati, alcuni manuali di aeronautica per principianti (che ho studiato a fondo e fatto miei) e almeno trenta differenti guide alla Torre, tutte inutili. Quando le leggo mi viene voglia di urlare: “Disegnami una mappa! Mostrami la strada!”, ma tutto quello che gli autori fanno è descrivere la proprie impronte e parlare delle loro scarpe, che sono sempre le migliori, le uniche vere scarpe.”


L'uomo ha la tendenza a ergersi sopra gli altri: la sua soggettività spesso e volentieri deve prevalere sull'oggettività. Ma non è forse più importante riflettere sul senso delle proprie azioni e dei propri pensieri? Non dovremmo forse imparare a diventare critici di noi stessi e a metterci in discussione?




“La Torre non era solo terrore e confusione. C’erano delle cose meravigliose di quel luogo. Benché tutte le cose meravigliose sembrassero piccole e lontane.”


Bene e male. Luce e ombre. Ho sempre apprezzato queste dicotomie e mi sono sempre fermata a riflettere su tale questione: anche in un momento in cui ti sembra soltanto di essere avvolto dall'oscurità, in realtà sarai sempre accompagnato da una piccola fiamma che illuminerà persino il luogo più buio e tetro. Forse in determinati momenti queste cose meravigliose ci possono sembrare lontane e irraggiungibili o addirittura inutili e superflue, ma in un secondo momento, a mente più lucida, capiremo che in realtà il bene rappresenta per noi una guida importante e la meta di ogni nostro viaggio, anche e soprattutto di quello più burrascoso.


“Ma ti dimentichi di una cosa: non siamo una razza troppo compassionevole, ragionevole e ordinata. I nostri pensieri non stanno in file come le coniugazioni, i nostri cuori non si basano su equazioni, le nostre coscienze non hanno il beneficio degli storici che ci sussurrano la risposta corretta. Frena la tua indignazione! Trascuri la bellezza ed esageri il male.”


Se è vero che bene e male sono complementari, è anche vero che talvolta il male ci annebbia la vista e ci impedisce di fare tesoro della bellezza presente intorno a noi. 
Un buon equilibrio tra razionalità e istinto, però, potrebbe rappresentare un modo per non privarsi della bellezza, ragionando allo stesso tempo su cosa non funziona e su cosa ci fa stare male.


“Non bisognerebbe sentirsi costretti a frequentare ogni ballo, o ad accettare ogni proposta o a vuotare ogni calice levato. A volte il sole è più brillante se osservato dalle ombre. A volte, per godere appieno di una scena, dobbiamo prima ritrarci un po’.”
(Guida per tutti alla Torre di Babele)


Mi ha colpita particolarmente la frase "A volte il sole è più brillante se osservato dalle ombre": da un lato la collego al discorso che stavo facendo, ossia all'idea secondo cui luce e ombre sono complementari e non obbligatoriamente le ombre impediscono di scorgere la luce. Dall'altro lato, invece, mi ha fatto pensare al fatto che l'uomo, come dicevamo, tende a ergersi su un piedistallo e a voler stare al centro dell'attenzione. Ma è necessario per vivere serenamente? Non si può godere di una situazione anche stando più in disparte?



"È questo il punto. Siamo tutti gravati da qualcosa, una perdita, un debito, un nemico, o tutti e tre.” Rise stancamente. “E’ troppo per chiunque. Ma, se condividiamo il fardello altrui, forse possiamo riuscire a spostarlo o, se è troppo ostinato, trovare il modo di aggirarlo. Perlomeno non saremo soli a fronteggiare quel che accadrà.”


L'unione fa la forza! Oggi sono in vena di modi di dire, ma non posso non condividere questo pensiero. Nonostante tutto, nonostante il dolore, le difficoltà, gli ostacoli, se abbiamo qualcuno al nostro fianco con cui proseguire lungo il nostro cammino sarà tutto più semplice. 


“Ma credevo davvero in quello che ho detto a Edith la sera prima dell’inizio della nostra odissea: se vogliamo sopravvivere, dobbiamo condividere i nostri fardelli.”


Lo stesso Aristotele ha affermato che l'uomo è un animale sociale. Non riesce a fare a meno di avere qualcuno accanto a sé e non riuscirebbe a sopravvivere senza "condividere i propri fardelli". Ciò non significa che dobbiamo rinnegare la propria indipendenza: stare da soli con noi stessi spesso e volentieri è un ottimo modo per trascorrere il tempo e per riflettere. 
Indipendenza e socialità non si escludono a vicenda, ma costituiscono due facce della medesima medaglia.



«Potrebbe tradirti senza pensarci due volte.»
«Ma certo. Chiunque potrebbe. Ma credo che comprenda la nostra condizione. È nella stessa situazione, vincolata da un contratto e indebitata. Sì, ha vissuto tra i pirati, ma noi abbiamo vissuto tra contrabbandieri, ruffiani e ladri. Non dobbiamo diventare come le nostre frequentazioni. Possiamo sperare per il meglio e aggrapparci a coloro che condividono la stessa speranza.»"


Sono sempre stata dell'idea che sia fondamentale distinguersi dalla massa. Non serve compiere azioni eroiche o particolare: basta semplicemente saper ragionare con la propria testa e non fare qualcosa solo perché lo fanno tutti. Essere se stessi è la cosa più importante, anche se ciò significa essere diversi dagli altri. Ma chi stabilisce, poi, cosa significa "diversità"? Non è forse vero che siamo tutti diversi l'uno dall'altro? 
Non capirò mai le ragioni che spingono le persone ad andare contro la propria persona soltanto per farsi accettare dagli altri. 

Allo stesso tempo questa citazione mi ha fatto riflettere sulla fiducia. Non è mai facile riuscire a capire quali persone meritano la nostra fiducia: probabilmente saranno molti i momenti in cui verremo delusi, traditi, presi in giro. Ma prima o poi arriveranno le persone giuste e ne varrà la pena.


“Perché, vedi, quando arrivano così addentro alla Torre, nella maggior parte dei casi gli è stato strappato via il carattere. Per ottenere quello che vogliono sono disposti a dire qualsiasi cosa. Non ci puoi ragionare né fidarti di loro. Per conoscere una persona, comprendere la sua indole, devi sapere chi era prima che la Torre la scuotesse fin nel profondo. Se non sai com’è cambiata, non sai chi è diventata.”


E' anche vero, però, che non possiamo davvero conoscere una persona finché non impariamo a capire quali strade ha percorso per arrivare al punto in cui si trova oggi. 


“È più semplice accettare chi sei diventato che ricordare chi eri.”


Noi stessi, inoltre, siamo al centro di continui cambiamenti che ci interessano: è più facile ricordare chi eravamo o accettare chi siamo diventati? Io credo che sia una questione delicata: inevitabilmente abbiamo rimpianti che ci portano a voler tornare indietro nel tempo e ad agire in maniera diversa. Il ricordo di chi eravamo a volte può accendersi dentro di noi e renderci nostalgici. Ma ogni passo che abbiamo fatto nella vita ci ha trasformati e ci ha resi migliori: migliori perché da ogni errore abbiamo potuto imparare molto.



“La trama era proprio il genere di melodramma sgradevole che dissuadeva i suoi studenti dal leggere. Il sottinteso era ovvio: l’amore, puro ed eterno, regnava supremo. Lui non credeva in quel genere di amore: repentino, egoistico e insaziabile. Come così spesso lo dipingevano i poeti, era solo lussuria con indosso una maschera raffinata. Riteneva che il vero amore fosse più simile a un percorso di apprendimento: era profondo, discreto e non aveva mai fine.”


In ogni cosa ci vuole costanza e tanta forza di volontà. Non è facile tessere un rapporto, tenere insieme tutti i tasselli che gradualmente vengono aggiunti. Ma concordo sul fatto che sia un percorso di apprendimento: l'amore in ogni sua forma deve essere coltivato e, secondo me, tutte le piccole azioni che portano alla sua nascita sono preziose lezioni di vita.




“Senlin aveva sempre avuto una passione per gli aquiloni, sin da bambino. Amava la loro serenità. Un aquilone strattonava, scendeva in picchiata, faceva affondi qua e là, ma non si lasciava mai prendere dal panico, nemmeno se una corrente improvvisa spezzava il filo. 
Era possibile che la persona che lo controllava venisse colta dal panico, ma l’aquilone no.”


Voglio terminare la mia tappa con una citazione legata a uno degli aspetti che ho adorato di più del libro: è stato interessante fare un salto indietro insieme a Senlin e scoprire gradualmente dettagli in più riguardo al suo passato.
Uno tra questi passi riguarda l'amore incondizionato di Senlin verso gli aquiloni, oggetti che sono l'emblema della calma e della serenità anche in mezzo a una tempesta.







Per oggi è tutto!
Prima di salutarvi vi ricordo che potete andare a leggere le tappe delle altre blogger per scoprire altri aspetti del libro, dalla playlist associata alla storia al fantasy presente in essa!
Alla prossima!

2 commenti: