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giovedì 23 febbraio 2017

Recensione "L'albero di Goethe"




Buondìì! Come state? Io, come di consuetudine alla fine del mese, mi ritrovo con mille recensioni da pubblicare e altrettanti libri da leggere. E il bello è che febbraio è anche il mese più corto dell'anno... non ce la posso fare!
Ma bando alle ciance e partiamo con la recensione!






Willi non sa cosa sia scritto sui volantini che il fratello tiene nascosti in cantina. Sa solo che suo fratello è malato e che deve aiutarlo, così distribuisce i volantini al suo posto. Arrestato dalla Gestapo e deportato a Buchenwald, Willi perde la memoria e riesce a sopravvivere solo grazie all'amicizia dei suoi compagni di prigionia. Passano i mesi e per Willi si prepara la prova più difficile: la sopravvivenza nel campo era garantita solo dal sacrificio di un ragazzo che offriva il proprio corpo a un kapo in cambio di cibo e piccoli "favori", ma ora quel sacrificio viene chiesto a lui.







Deciso a voler aiutare il fratello malato, il piccolo Will compie una scelta un po' azzardata: ignaro di tutto, inizia a distribuire volantini al suo posto... ma cosa rappresentano? E come mai ad un tratto viene catturato e imprigionato dalla Gestapo? Non ha fatto niente di male, a parer suo. Ha soltanto aiutato il fratello, continua ad affermare convinto. Nessuno lo ascolta, però: viene, infatti, deportato a Buchenwald, un campo di concentramento in cui si ritrova a dover lottare per la propria sopravvivenza e persino per quella altrui. Ma Will non si ricorda i motivi per cui è stato catturato da quelle persone, non ha più nemmeno un ricordo, la sua memoria sembra essersi totalmente cancellata. Ed è grazie al rapporto che ha instaurato con altri ragazzi che riesce ad andare avanti, giorno dopo giorno, perdendo anche dei pezzi per strada.



Risultati immagini per l'albero di goethe"L'albero di Goethe" non è uno di quei libri che avrei letto d'istinto, senza pensarci due volte. Di per sé io non amo all'impazzata questo genere di libri: e allora perché l'ho letto, vi domandate voi? Semplice! Per una Challenge dovevo leggere un libro sulla seconda guerra mondiale e Helga Schneider è una delle autrici preferite di mia madre.. che colpo di cu... fortuna!
Non sto dicendo che la storia non mi sia piaciuta, in determinati tratti è stata persino toccante. Ma semplicemente non fa al caso mio. Si tratta di una lettura veloce, grazie al numero esiguo di pagine, sebbene mi abbia annoiata lo stesso in determinati passi. Forse è lo stile dell'autrice a non avermi convinta totalmente, o forse è il modo in cui è stata trattata la storia, dopo giorni ancora non sono riuscita a capirlo. Non so nemmeno io come spiegarmi senza sembrare una pazza: "mi è piaciuto, ma non mi è piaciuto!". Sembro fuori di testa, vero? Invece no! E' ciò che penso nel momento in cui mi interrogo su questo libro. Mi è piaciuto perché di fatto è stata una buona lettura, ma non mi è piaciuto per tutto ciò a cui ho accennato poco fa. E forse è meglio se non vado avanti a blaterare inutilmente, ormai questa è diventata una recensione-sclero, altroché! 
Per concludere, consiglio questo libro a coloro che sono realmente amanti del genere, perché in quel caso credo che potrebbe piacervi.



Questo libro è stato letto per:
- Il torneo dei lettori professionisti.
- Il giro del mondo in 80 libri.



A presto!

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