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martedì 23 agosto 2016

Recensione "Il viaggio che mi ha cambiato la vita"



Buondìì! Come vi ho accennato sulla pagina Facebook, oggi ho deciso di pubblicare la recensione di "Il viaggio che mi ha cambiato la vita", un libro che ho amato alla follia.
Se ancora non l'avete letto, ve lo consiglio caldamente.
Partiamo con una breve presentazione del libro!





La diciassettenne Aubree ha sempre idolatrato la sua avventurosa e perfetta sorella maggiore, anche se è sempre stata più che contenta di seguire le sue peripezie per il mondo dalla confortevole casetta dove vive insieme ai propri genitori adoranti. Così, quando Elizabeth si mette "un tantino nei guai", per la prima volta in vita sua – per coprire Aubree per giunta – e ha bisogno davvero dell'aiuto dell'impacciata sorellina, Bree ne è lusingata, ma rimane irremovibile. Non potrebbe mai, in nessun modo, riuscire a fare quello che le chiede Elizabeth: impersonare la sorella, uscita fresca fresca dal college, per tutta l'estate, così che possa guadagnarsi la raccomandazione che le serve per aggiudicarsi il lavoro dei sogni. No, no, no! Non accadrà mai. 

Soprattutto dal momento che il lavoretto estivo di Elizabeth consiste nel fare da guida per un tour in pullman. 
Un tour in pullman attraverso l'Europa. 
Un tour in pullman attraverso l'Europa per anziani.
Tutto ciò, ovviamente, molto prima di sapere del figlio super-carino (e non anziano) dell'organizzatrice. 
Bree sarebbe pazza ad accettare. O, no?






La protagonista del romanzo, Aubree, è una ragazza di diciassette anni che all'improvviso si trova costretta ad uscire dal suo angolino rassicurante. Non ha mai lasciato la sua città, non è mai uscita dall'America ed è fermamente convinta di non voler andare via dalla propria casa. La sua esistenza sarà completamente stravolta da un evento: la sorella maggiore Elizabeth, infatti, viene arrestata dalla polizia a causa di una festa che era stata organizzata nella loro casa e non può lasciare la città. Decide di mettere il suo futuro nelle mani di Aubree. Difatti lei avrebbe dovuto fare da guida in un tour per l'Europa, e la sua carriera dipende da questo viaggio. Inizialmente è restia ad accettare, ma si lascia convincere a indossare una maschera e a fingere di essere la sorella per ben tre settimane.
Immaginate una persona che non ha mai viaggiato in vita sua che deve prendere l'aereo per la prima volta? Secondo voi come se la potrebbe mai cavare? Insomma, lei ha una paura allucinante e si ritrova ad accettare un sonnifero da uno sconosciuto. Talmente tanto intontita una volta atterrata ad Amsterdam, si dimentica sul sedile il cellulare e l'agenda con tutte le informazioni relative ai luoghi che avrebbero dovuto visitare.
E cosa c'è di peggio che trovarsi in luoghi sconosciuti senza nulla a cui aggrapparsi? 

Non c'è modo per recuperare i suoi oggetti al più presto, dunque almeno la prima parte del viaggio avrebbe dovuto affrontarla da sola, contando solamente sulle sue forze e sulla sua capacità di improvvisazione.
Il viaggio, alla fine, prosegue meglio di quanto avrebbe mai potuto sperare. Diventa la guida di sei anziani e visita città che riescono a farla innamorare di ogni monumento, di ogni elemento del paesaggio.
Passa da Amsterdam, con i suoi canali e i suoi negozi, all'Austria. Aubree ama Salisburgo, ama alla follia il film "Tutti insieme appassionatamente" e, insieme a Sam, il figlio della responsabile, organizza una giornata tutta a tema. Una giornata indimenticabile, insomma.
Si troverà a visitare anche Vienna, Praga, Venezia, le Cinque Terre e Monaco. Si innamorerà di ogni città, si troverà a compiere azioni per cui un tempo non avrebbe mai avuto il coraggio. Ma non è tutto oro quel che luccica. Innamorarsi di un ragazzo senza svelargli la sua vera identità e soprattutto conoscendo il suo passato non è molto producente. Sam verrà mai a scoprirlo? E soprattutto, se così fosse, riuscirà mai a perdonarla?


“Ogni volta che mi sembra di avere tutto sotto controllo,  mi accorgo che finisco per fare due passi avanti e uno indietro.”


"Il viaggio che mi ha cambiato la vita" è uno di quei libri che sa come tenerti incollata alle pagine fin dalla prima riga. Da quando ho saputo della sua uscita l'ho inserito nella mia wishlist e, pur non sapendo nulla della trama, ero certa che fosse un libro che avrebbe potuto fare al caso mio.
Ho amato ogni singola cosa: ho apprezzato il fatto che fosse un tour per anziani, mi è sembrato un tratto molto innovativo. Ogni personaggio ha saputo trasmettere qualcosa e hanno lasciato qualcosa di sé. Immaginate un gruppo di anziani in giro per l'Europa, cosa vi aspettate? 
Io ho trovato molte scene divertenti, sicuramente l'ilarità non manca. 
Se devo essere sincera, però, in determinate scene mi sono commossa e mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi. L'autrice ha inserito nel racconto passaggi molto delicati e non mancano gli scheletri nell'armadio. 

Nessun personaggio in questa storia è perfetto, ognuno ha i propri difetti e il proprio tallone d'Achille. Credo che abbia rappresentato al meglio quella che è la realtà. O la vita.
E' una storia di crescita, ho constatato una maturazione notevole soprattutto da parte della protagonista, la quale alle fine mi ha lasciata letteralmente di stucco. 

E' un libro che mi ha trasmesso una miriade di emozioni e che consiglierei realmente a chiunque.
Un viaggio attraverso l'Europa e alla scoperta dei personaggi e di se stessi.






“Non riesco a credere a tutto quello che riusciamo a comunicarci senza pronunciare una sola parola. E non provo il minimo imbarazzo.
Mi sento al sicuro.
Sento che qualcuno mi vede.”


Spero che la recensione vi sia piaciuta e che vogliate dare una possibilità a questo libro!
Alla prossima!

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